Let's B

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Pioggia di primavera su Bologna

A Bologna quando piove le nuvole, a volte, si mangiano le torri. E le rendono infinite. E tu aspetti che una delle due squarci quel grigio, sgomiti un po’, e faccia tornare l’azzurro. In attesa che piova di nuovo.”

Piove, Bologna ladra. Già, perché quando piove Bologna ruba gli ombrelli. Qui non servono, ci sono i portici.

Sì ma non quattro arcate in cui fermarsi, pigiati e dritti come un mazzo di asparagi del mercato delle erbe, ad aspettare che finisca. No. Quaranta chilometri. Quaranta chilometri di veranda sulla città, di corridoio di marmo, di passerella a volte. Quando a Bologna piove non devi più preoccuparti del sopra alla testa, ma del sotto ai piedi. Perché la prima è riparata, i secondi a rischio. Il marmo si lucida, il rosso si fa vivo, il bianco avorio, il nero metallizzato. E si scivola. Ah se si scivola. Anche le piazze, d’improvviso deserte al centro e popolate ai lati, come il ring della finale dei pesi massimi, si tirano a lucido. Brillano i basoli, scintillano i sampietrini, si illuminano i ciottoli balordi di Santo Stefano. Quando piove a Bologna puoi partire dalle torri e arrivare a San Luca, dal centro città ai colli senza bagnarti. Sì, ok, qualche goccia sì, ma niente di più, promesso. Quando a Bologna piove, se proprio proprio all’ombrello non sapete rinunciare, qualcuno che un ombrello te lo vende lo trovi. Anzi, ti trova lui. Prima ti offriva una rosa, ora un ombrello. Senza spine.

Quando a Bologna piove i capelli lisci vanno a farsi benedire. Sì, succede ovunque, ma a Bologna di più. Siamo a Humidity City. Quando a Bologna piove rivaluti l’autobus. A meno che tu non stia andando al Dall’Ara.

Lì non c’è altro destino possibile: inzuppato, bombo d’acqua, fradicio. Ma felice, forse. Dunque che importa salvarsi prima? Quando a Bologna piove pensi “che palle” ma poi te ne innamori. Perché Bologna si inzuppa con te, il suo rosso brilla e le pozzanghere rimangono una tentazione irresistibile. Sia che tu sia al volante, sia che tu debba saltarle a piedi. Ah, i piedi. A Bologna, quando piove, sono spacciati. Mettetevi il cuore in pace. A Bologna, quando piove, le vie si popolano di capoccioni. Sono il popolo dei motorini. Quelli che non si tolgono il casco. E fa bene loro. A Bologna quando piove le nuvole – a volte – si mangiano le torri. E le rendono infinite. E tu aspetti che una delle due squarci quel grigio, sgomiti un po’, e faccia tornare l’azzurro. In attesa che piova di nuovo.

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Alessandro De Bon
Copywriter
Aleksandar Dobrohotov
Photographer, Videomaker

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21/4/2016